Uno, due, tre, STELLA! 1,2,3, VIA! Semplice come A, B, C.
È la regola del tre che si ripete. La regola del tre, detta anche regola aurea è ciò che oggi chiameremmo proporzione. Perché tutte le cose hanno una proporzione. Tanto o poco di un singolo ingrediente: è la proporzione che determina il risultato. Ogni tipo di risultato.
Come un’operazione matematica, i numeri e i simboli cambiano valenza se inseriti in Relazioni, Insiemistica o Logica. Ma la testa non è un righello rigido di 30 cm, nemmeno per un geometra. L’unità di misura del cervello non sono i centimetri, ma i pensieri. Per questo quando leggo la ricetta per il successo penso subito agli ingredienti del fallimento. Approssimazione: 150 grammi. Google: 4 cucchiai. Scorciatoia: abbondante. Leggerezza: una dose prima e durante la cottura. Sventatezza: q.b. (quanto basta).
E il mondo del franchising non fa eccezione. Fin dalla nascita di un progetto questi cinque ingredienti sono in mezzo agli altri. Senza etichetta, difficilmente distinguibili dai loro contraltari, viaggiano in simbiosi.
No alla realtà, Sì ai rendering
L’unità operativa, quel luogo dove si svolge stabilmente l’attività che si richiede ad altri imprenditori di “seguire”. Con 4 cucchiai di Google, 150 grammi di approssimazione e un tocco di Leggerezza, trasformo un locale qualsiasi in un progetto replicabile.
No al tempo che passa, Sì alle scorciatoie
Ingrediente per eccellenza, come la cipolla in una zuppa di ceci, la scorciatoia pone il passare del tempo come limite. Castrante, inutile e deleterio della libera concorrenza. Nulla come il tempo può insegnarti quanto tu ti stia ingannando.
No alla sperimentazione, Sì alle proiezioni
Sei alla ricerca di clienti, vuoi vendere il tuo progetto. La sventatezza ti spinge a proiettare dei numeri dopo solo 3 mesi di attività. O, a volte, a proiettare numeri senza un canovaccio su cui appoggiarti. C’è poco da fare: devi farlo, perché tu “fai franchising”
- 3, -2, -1: benvenuto fallimento!
Articolo di Mara Frigo, Quadrante