Di aperture così non ne capitano tutti i giorni. Per questo Gianluigi Cimmino è impegnato personalmente a controllare nei dettagli il nuovo negozio Carpisa al primo piano dell'area centrale del Dubai Mall, il prestigioso shopping center dell'emirato più ricco, uno dei simboli della città, frequentato da milioni di visitatori.
E ambito da tutti i marchi: in coda, per occupare uno spazio, ci sono 400 brand. L'amministratore delegato di Pianoforte Holding (nata nel 2010 dalla fusione di Inticom-Yamamay e Jaked, con Kuvera-Carpisa, che oggi fa campo alle famiglie napoletane Cimmino e Carlino), oltre 300 milioni di euro di fatturato nel 2017, è sbarcato in tarda serata dalla Cina e di nuon mattino è con il team del luogo dove, poche ore più tardi, Penelope Cruz, testimonial per la capsule di borse disegnata per il brand insieme alla sorella Monica, con 316 negozi nel mondo e oltre un milione di pezzi venduti all'anno, tagliera il nastro.
Nel 2018 saranno 28 i nuovi store di Carpisa in Medio Oriente, terza area di competenza per il marchio, dopo Balcani e Nord Europa. "È un sogno aprire qui", rivela Cimmino, mostrando le borse della collezione Ramadan, disegnata per il partner locale Landmark, un colosso da sei miliardi di fatturato, tra i player più importanti della zona nel retail e hotellerie. "Siamo dentro la nuova galleria del lusso - spiega il ceo -. La posizione è fondamentale: se non sei nel posto giusto è come non esserci. Per questo è importante avere buoni collaboratori".
"Il Dubai Mall segna un salto di qualità per il riconoscimento del brand nel Middle East - interviene Gaurav Sharma, a capo della divisione accessori di Landmark -. Le possibilità di crescita sono enormi: penso all'Arabia Saudita, dove adesso le donne possono guidare o lavorare nei negozi. Oppure all'India dove i tempi sono maturi per portarci Yamamay". Le alleanze sono uno dei segreti del gruppo, che nel 2017 ha realizzato il 16% del fatturato all'estero ma punta a farlo salire al 25% entro dicembre. In Europa, nei prossimi mesi, vedranno la luce Antibes e Nizza per Yamamay, Girona per Carpisa.
Il mercato dei sogni, però, non esiste. "Sono tutti importanti, perché l'ecommerce ha cambiato le regole - spiega il ceo -. Siamo un po' in ritardo sull'internazionalizzazione, ma possiamo sfruttare questa criticità mettendo a punto una strategia in cui online (oggi al 3%, ndr) e retail correranno paralleli. Cresceremo di 90 negozi quest'anno, ma cambiando pelle. Siamo nati dal franchising e diventati retailer, allo stesso tempo abbiamo rivisto la formula delle affiliazioni, dalla divisione di margine col partner, alla semplificazione dei pagamenti fino alla velocizzazione della produzione: ora ci servono meno di 60 giorni dal disegno al negozio. Il 2017 è stato un anno di grandi trasformazioni e investimenti". Daranno i frutti sperati? "Per fare bene dobbiamo essere impeccabili in tutte le operations: sfruttare la potenza del made in Italy non per eredità, come può fare un marchio del lusso, ma applicando un'efficienza da Nord Europa".
Per il gruppo sono confermati alcuni importanti obiettivi: entro dicembre, l'apertura dello spazio - con caffè - di Yamamay in piazza Cordusio a Milano, e i 20 store di Go Carpisa, il nuovo format di retail da viaggio, che troverà posto anche al Mall. Cimmino non ne fa mistero: "la valigeria ha i più ampi margini di crescita", dice.
Jaked, l'altro brand, dedicato al nuoto, prova la strada della diversificazione, aprendosi al triathlon e al lifestyle. Un faro si è acceso sulla sostenibilità, dal riciclo delle valigie, alla ricerca di materiali ecologici, fino al sostegno alla campagna Save The Ocean e alla partnership con Ferrarelle: "ce lo chiedono i Millennials, ci stiamo impegnando". Al Mall ci raggiunge il co-amministratore del gruppo Maurizio Carlino. "L'impronta familiare è sempre forte e chiara in azienda - spiega Cimmino - C'è una prima linea di manager esterni ma, oltre al socio di minoranza, il fondo Nb Renaissance, non siamo né saremo interessati a vendere o all'ingresso di altri, crediamo in una crescita legata all'autofinanziamento e ai partner".
Nemmeno il passaggio generazionale preoccupa. "Mio padre Luciano, presidente, è sempre una figura di riferimento. Ma, viceversa, non ci sarà nessun passaggio obbligato alla terza generazione. I nostri patti parasociali sono molto rigidi: solo con un percorso da super eroe - scherza Cimmino - si entra in azienda". Tradotto: per meriti, tanti meriti. E il suo qual è, Cimmino? "Se giochiamo a calcio sarei l'attaccante, quello che spinge la palla sempre avanti. A volte anche troppo: stresso tutti per arrivare dove la vedo rotolare". Perché l'importante, alla fine, è fare gol.
Articolo da Corriere della Sera - 07-05-2018